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Cina, frena a 49,1 l'attività manifatturiera di gennaio
Segnali negativi per l'economia. Calano anche i servizi a 50,2
L'attività manifatturiera ha segnato in Cina un'inattesa frenata a gennaio tornando nella fase di contrazione per la prima volta in quattro mesi, quando si profilano le turbolenze dei dazi del presidente americano Donald Trump. Nel mezzo degli sforzi di Pechino per risollevare la sua economia, l'Ufficio nazionale di statistica ha riferito che l'indice Pmi è scivolato questo mese a 49,1 a fronte del 50,1 di dicembre e del 50,1 di conferma stimato alla vigilia dagli analisti. Il dato, che rappresenta la prima contrazione da settembre e la più marcata degli ultimi cinque mesi, è stato influenzato dall'avvicinarsi delle festività del Capodanno lunare e dal relativo ritorno di massa dei lavoratori migranti nelle loro città d'origine, ha affermato Zhao Qinghe, funzionario dell'Ufficio, secondo cui sia la produzione sia la domanda hanno accusato un rallentamento in vista della più attesa festività mandarina che quest'anno cade dal 28 gennaio al 4 febbraio. Problemi anche per il settore dei servizi: l'indice Pmi non manifatturiero, infatti, è sceso a gennaio a 50,2 da 52,2 del mese precedente. Dalla fine di settembre, a causa dei preoccupanti segnali legati alla crisi del mercato immobiliare, ai consumi stagnanti e ai rischi di deflazione, Pechino ha lanciato una serie di misure progressive allo scopo di stimolare la crescita, tra cui il taglio dei tassi di interesse, l'annullamento delle restrizioni all'acquisto di case e l'alleggerimento del peso del debito sui governi locali. Tuttavia, gli economisti hanno avvertito sulla necessità di un pacchetto di misure più organico di natura monetaria, finanziaria e fiscale che tenga nella dovuta considerazione il sostegno dei consumi interni, il pilastro che con l'export avrebbe dovuto alimentare il modello economico della doppia circolazione secondo i piani della leadership di Pechino.
W.Morales--AT