Arizona Tribune - Alzheimer, identificati nuovi biomarcatori per la diagnosi

Alzheimer, identificati nuovi biomarcatori per la diagnosi

Alzheimer, identificati nuovi biomarcatori per la diagnosi

Aiutano a distinguere anche stadio e gravità della malattia

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Identificati nuovi biomarcatori della malattia di Alzheimer che potrebbero aiutare la diagnosi: è il risultato di ricercatori dell'Università Fudan che hanno esaminato le proteine nel liquido cerebrospinale di individui con e senza malattia di Alzheimer (AD). I dati sono pubblicati sulla rivista Nature Human Behavior. I ricercatori hanno analizzato campioni di liquido cerebrospinale prelevati da pazienti con diagnosi di Alzheimer, che si trovavano in diversi stadi della malattia, e campioni da individui senza la malattia. "Abbiamo utilizzato la proteomica, un metodo sofisticato che consente la misurazione simultanea di più proteine all'interno di un campione", dicono gli autori del lavoro. "Questa tecnica - aggiungono - ha coinvolto la spettrometria di massa, che è altamente sensibile e capace di rilevare anche cambiamenti minimi nei livelli di proteine". Le analisi hanno rivelato proteine specifiche per la malattia di Alzheimer, oltre a identificare proteine che potrebbero indicare infiammazioni, danni neuronali e altre alterazioni nei processi fisiologici umani. "Il risultato più significativo di questo studio - osservano i ricercatori - è l'identificazione del nuovo biomarcatore Csf Ywhag". Per valutare l'efficacia dei biomarcatori identificati, i ricercatori hanno condotto uno studio di follow-up su un gruppo indipendente di pazienti. I risultati di questo studio hanno convalidato la forza dei biomarcatori. Inoltre, utilizzando i dati delle autopsie, gli autori hanno dimostrato che i biomarcatori identificati potevano distinguere tra campioni prelevati da individui deceduti con AD e quelli prelevati da altri che non avevano mai ricevuto una diagnosi di AD, superando i biomarcatori esistenti utilizzati per diagnosticare la malattia. I biomarcatori scoperti hanno anche predetto efficacemente la progressione clinica alla demenza. In futuro, questo studio potrebbe portare allo sviluppo di strumenti di alta precisione per diagnosticare accuratamente l'Alzheimer, nonché interventi terapeutici precoci mirati.

A.Anderson--AT