Arizona Tribune - Per vincere un Nobel essere uomo aiuta molto, donne solo il 4%

Per vincere un Nobel essere uomo aiuta molto, donne solo il 4%
Per vincere un Nobel essere uomo aiuta molto, donne solo il 4%

Per vincere un Nobel essere uomo aiuta molto, donne solo il 4%

Nature ha elaborato i dati sui 346 premi e 646 vincitori dal1901

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Per vincere un premio Nobel, essere uomo aiuta moltissimo: le donne vincitrici sono solo il 4%, esattamente 26 su 646. Ma le cose stanno migliorando: mentre in tutto il XX secolo solo 11 premi sono stati assegnati a donne, a partire dal 2000 ne sono arrivati altri 15, un passo avanti. Le cifre arrivano dalla rivista Nature, che alla vigilia della settimana dei Nobel ha rielaborato tutti i dati relativi ai 346 premi e 646 vincitori che si sono succeduti dal 1901 quasi ogni anno, salvo alcune interruzioni dovute alle guerre. Altro fattore importante per gli aspiranti vincitori è la posizione geografica: per avere le migliori possibilità, è meglio nascere e lavorare nel Nord America, che ha infatti totalizzato il 54% di tutti i premi, mentre l'Europa offre probabilità leggermente inferiori. Solo 10 vincitori finora provengono da paesi a reddito medio-basso, e la maggior parte di questo piccolo gruppo si era trasferita in Nord America o in Europa al momento della consegna del premio. Inoltre, si può aumentare notevolmente le possibilità di ottenere un Nobel lavorando nel laboratorio di un ricercatore che ne ha già uno o che lo vincerà in futuro. L'esempio più eclatante è quello di John Strutt, che vinse un premio Nobel per la Fisica nel 1904 per il suo lavoro sulle proprietà dei gas. Strutt ha 228 'discendenti' a loro volta insigniti con il Nobel: una rete tentacolare che unisce i suoi studenti, i loro studenti e così via, di generazione in generazione. La migliore possibilità di stringere tra le mani un Nobel arriva a 54 anni, mentre l'età media dei vincitori è di 58. Il più giovane è Lawrence Bragg, che aveva 25 anni quando vinse il premio per la Fisica nel 1915 insieme a suo padre William Bragg, per il loro lavoro sull'analisi delle strutture cristalline utilizzando i raggi X. Il più anziano, invece, è John Goodenough, che ha vinto, insieme ad altri due ricercatori, il premio per la Chimica nel 2019 all'età di 97 anni, per aver sviluppato le batterie agli ioni di litio.

A.Ruiz--AT