Arizona Tribune - Astrofisica Inaf, così studio i pianeti bambini

Astrofisica Inaf, così studio i pianeti bambini
Astrofisica Inaf, così studio i pianeti bambini

Astrofisica Inaf, così studio i pianeti bambini

Eleonora Bianchi (Inaf), con un progetto da 1,3 milioni

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Andare in cerca dei sistemi planetari bambini e dei semi dai quali germoglieranno nuovi mondi intorno a stelle lontane: è la ricerca di frontiera alla quale Eleonora Bianchi è arrivata grazie alla passione per la scienza che ha da quando frequentava il liceo, dive aveva avuto l'opportunità di studiare astronomia. Dopo aver lavorato in Francia e Germania, è rientrata in Italia, dove lavora nell'osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica e si prepara a studiare le culle dei pianeti grazie al finanziamento di 1,3 milioni da parte del Fondo Italiano per la Scienza (Fis 2) erogato dal ministero dell'Università e della Ricerca. Il suo progetto si chiama Seeds (astrochemIcal Study of Early Embedded DiskS) e riguarda lo studio dei dischi di gas e polveri che ruotano intorno a stelle giovani e dai quali potranno nascere dei pianeti. "Sono sistemi solari bambini e l'obiettivo è cercare di capire quali sono le condizioni iniziali, studiando sia la composizione chimica dei dischi protoplanetari, sia le loro caratteristiche fisiche", ha detto Bianchi all'ANSA. Un compito non facile, per il quale è necessaria la collaborazione di più discipline, confluite nell'astrochimica. "Di per sé - prosegue - l'astrochimica è già interdisciplinare in quanto combina l'astrofisica con la chimica, attraverso lo studio delle molecole complesse sulla base dell'analisi degli spettri di emissione delle molecole nei gas". Ma è necessario fare ancora di più: "l'idea è combinare gli studi di astrochimica con data science e machine learning", dice Bianchi riferendosi alla grandissima quantità di dati forniti da telescopi sempre più potenti e che nei prossimi anni sono destinati ad aumentare. "Dobbiamo cambiare il modo di fare astronomia": è necessario per riuscire a "capire le caratteristiche dei dischi che formano i pianeti" e a "capire in quale epoca comincia la formazione dei pianeti", o ancora da che cosa deriva la loro composizione chimica. C'è poi il capitolo affascinante delle molecole organiche, "non solo per la loro rilevanza sull'origine della vita", ma sono anche uno strumento per avere informazioni sui dischi molto giovani, ancora oscurati dalla loro nube molecolare

W.Morales--AT