Arizona Tribune - Incanto, gli ostacoli ai nostri sogni spesso sono dentro di noi

Incanto, gli ostacoli ai nostri sogni spesso sono dentro di noi
Incanto, gli ostacoli ai nostri sogni spesso sono dentro di noi

Incanto, gli ostacoli ai nostri sogni spesso sono dentro di noi

A Giffoni il film del regista Pier Paolo Paganelli

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"Gli ostacoli ai nostri sogni spesso sono dentro di noi". È questo il significato del film Incanto, una produzione Propaganda Italia con Rai Cinema in coproduzione con Potemkino, che il regista Pier Paolo Paganelli rivela alla giuria dei +10 a Giffoni. La piccola Margot rimane orfana, e nonostante i tentativi del padre di assicurarle un futuro gioioso e non solitario, finisce per essere reclusa in orfanotrofio. Si chiude allora in se stessa e non parla più. Tutto cambia però con un incontro che rivoluzionerà il mondo che fino ad allora ha conosciuto. Il circo, ammantato di un'irresistibile aura di magia, le permetterà di riscoprirsi e di rinascere, diventando così, in netta contrapposizione con l'orfanotrofio, il luogo della speranza. L'opera corale, frutto della creatività di Jacopo Del Giudice, Davide Rossetti e Pier Paolo Paganelli, è una favola in cui ogni persona può riconoscersi a prescindere dall'età. In sala, a incontrare i +10, sono presenti il regista Pier Paolo Paganelli, gli attori Stefano Pesce, Zackari Delmas e Giuseppe Squillaci Vfx supervisor. Paganelli rivela ai giurati la genesi del film che è strettamente connessa con le sue esperienze da itinerante, in particolare con quelle vissute dalla moglie, e dal suo desiderio di far sognare chi poi vedrà in sala Incanto. Il giovanissimo Zackari Delmas lascia un messaggio fondamentale per i giurati: è "importante essere stessi". Aiutante del personaggio di Stefano Pesce (l'uomo cannone), vive esperienze molto simili a quelle che Delmas ha vissuto sul set, annota ciò che vede e cerca di trarne frutto per la sua carriera di circense, e nella vita reale, di attore. Pesce, invece, ritorna a Giffoni dopo anni e racconta il suo ruolo che altro non è che una metafora di come andare oltre i propri limiti. Il circo magico è stato dunque reso tale dagli effetti speciali, a cui ha lavorato Giuseppe Squillaci, che hanno permesso di mostrare i due lati della magia, quello buono e quello cattivo, poiché come nella vita c'è il bene e il male.

Y.Baker--AT