Arizona Tribune - La musica fa grande Brera con Beatrice Rana e famiglia

La musica fa grande Brera con Beatrice Rana e famiglia
La musica fa grande Brera con Beatrice Rana e famiglia

La musica fa grande Brera con Beatrice Rana e famiglia

Concerto fin de siècle in vista dell'apertura di 'Brera Modern'

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Nonostante un'acustica non ideale, nonostante il caldo serale, nonostante qualche insistente suoneria di telefonini, il 25 luglio Beatrice Rana nel cortile d'onore di Brera a Milano è riuscita con il suo pianoforte a incantare il pubblico del secondo e ultimo appuntamento musicale (dopo quello con Nicola Piovani) di avvicinamento alla effettiva nascita della Grande Brera con l'inaugurazione fissata per il 7 dicembre di Palazzo Citterio, che ospiterà le collezioni del Novecento. Prima del concerto, il direttore di Brera Angelo Crespi ha ricordato la nascita del progetto, negli anni '70, e assicurato che "la grande Brera non è solo un progetto fisico ma simbolico" di apertura. Già ora nel palazzo di Brera - che ospita non solo la Pinacoteca ma anche la biblioteca Braidense, l'orto Botanico, l'Accademia, l'istituto lombardo delle Scienze e l'osservatorio astronomico - ogni mese passano un milione di persone e quest'anno la Pinacoteca supererà il tetto del mezzo milione di visitatori. Il concerto organizzato dal ministero della Cultura in collaborazione con la Pinacoteca, è stato una delle tappe di questa apertura di Brera alla città, con un programma legato alla fine dell'Ottocento, inizi Novecento, epoca in cui sono state realizzate molte delle opere che verranno ospitate a Palazzo Citterio. Sold out i biglietti, fra gli spettatori in prima fila il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. L'inizio è stato (quasi) in punta di piedi con la suite per pianoforte a quattro mani da Dolly di Fauré, eseguita da Beatrice Rana insieme al compagno Massimo Spada. Palpabile l'affiatamento fra i due anche nella Rapsodie Espagnole per pianoforte a quattro mani di Ravel. Poi la pianista, reduce dal successo del festival Classiche Forme di cui è direttrice artistica a Lecce prima degli impegni internazionali che includono una tappa al Festival di Lucerna, ha mostrato la forza del suo tocco in L'Isle Joyeuse di Debussy, unico brano che ha eseguito come solista. Appena il tempo di riprendersi, che insieme alla sorella Ludovica al violoncello e alla violinista Sayaka Shoji ha eseguito i sei movimenti di Damky, ultimo trio composto da Dvorak. Scontati e meritati gli applausi.

O.Brown--AT